4 marzo 2016, in concerto: "Murga de la tarde", "El dueño de los temas" e "Smile"

La genesi di quella notte in “Blackman y su cueva” l’ho già raccontata.

Ecco qui tre brani.

Grande emozione: lo strumento di Jorge “Negro” González era di nuovo con noi e tornava a vibrare nelle abili mani di Pablo Motta. La bella sorpresa fu opera di Carlos Américo González, fratello di Jorge. E grazie a lui, questa volta abbiamo anche il video.

Vedo che suonavo orientandomi spesso verso il lato del palco: è perché da lì ricevevo “ritorno”, le due casse principali si trovavano un po’ ai margini della scena, e temendo inneschi non mi avevano dato quasi volume nel monitor (pensando, anche, che io stessi utilizzando un auricolare, come mi hanno detto dopo). Mi è costato un po’ suonare e mantenere l’intonazione con il resto del gruppo, però non mi posso lamentare perché ero arrivato 20 minuti tardi alla prova del suono, e avevo dovuto installarmi e provare velocemente (avevo veramente bisogno di un schiacciare un pisolino prima di uscire, i cani di vari vicini lo resero impossibile, avevo voluto provarci un po’ più a lungo ma l’unico risultato era stato quello di arrivare un po’ tardi… comunque, a volte finisco suonando con anche meno dettaglio a livello di monitoraggo in posti dove arrivo in anticipo alla prova del suono).

“El dueño de los temas” di Marcelo Mayor, chitarrista argentino, fu parte del primo tempo del concerto; “Smile” di Charles Chaplin (bella idea di Pablo) fu il primo brano della seconda parte, e “Murga de la tarde” di Quintino Cinalli, il mio tema preferito nel repertorio del gruppo, fu l’ultimo della notte.

Cuatrix:

Se potete mettere il riproduttore in HD, ricevete suono di qualità migliore, YouTube invia migliore qualità audio insieme con migliore qualità video.

Murga de la tarde di Quintino Cinalli

www.youtube.com/watch?v=lqXOdgoM_SY

El dueño de los temas di Marcelo Mayor

www.youtube.com/watch?v=YV1ThLeVfGc

Smile di Charles Chaplin

www.youtube.com/watch?v=Tm3qorMzlSM


Visto che questo è il blog di un trombettista, condivido qualche altro pensiero…

Alla fine del concerto ero furioso per alcune mie steccate. Ascoltando la registrazione mi sono poi accorto che non era niente di grave, una mi piace perfino :)
Cioè, quella faccia in scena è di gran lunga peggiore delle steccate a qui si doveva, non credo che nemmeno Miles Davis abbia mai mostrato una simile espressione sul palco <:D

Jorge diceva sempre “Non importa, sono pieni gli album dei più grandi di quelle steccate!”. Oook… però sul momento, con tutta la concentrazione che uno ci sta mettendo, fa male. Bah devo imparare a riderci sopra e basta, come un amico trombettista che quando in pubblico non arrivava all’acuto che cercava rideva e diceva… “quasi”.

Chiaramente vorrei essere più invulnerabile alla eventuale mancanza di dettaglio nel “ritorno”. I cantanti soffrono dello stesso problema generalmente, va beh è ovvio, meno ti ascolti più ti ritrovi “alla cieca”.

Con gli ottoni, cioè la tromba, il flicorno, il trombone e tutta quella classe di “risuonatori”, una parte del problema è difficile da eludere e ha a che fare con l’intonazione: se lo strumento è sintonizzato più verso le frequenze gravi e io gli chiedo una frequenza che nell’orecchio ho correttamente intonata con il gruppo però che si ritrova contro il “tetto” del fuoco di risonanza dello strumento, allora è possibile che lo strumento si stabilizzi nell’armonico superiore. È la tipica steccata all’inizio di un brano o riprendendo dopo l’improvvisazione degli altri… A volte uno non si inciampa e semplicemente pensa “uhhh come mi sono raffreddato!” però la verità è che non è stato mantenuto sufficientemente caldo lo strumento o si è omesso di compensare risintonizzandolo più “in alto”, accorciandolo (più freddo => più grave). Anche passare da uno strumento all’altro può dare sorprese. Ovviamente entrano in gioco molte altre variabili, l’imboccatura stessa è composta da vari “parametri” e varie “manopole”, “siamo carne, non lo si può riprodurre esattamente” diceva uno dei miei insegnanti, e la steccata è sempre in agguato. Un altro ne faceva un valore positivo, come dipingere spontaneamente lanciando getti di pintura sulla tela… può essere molto bello, ma dipende da che cosa uno sta suonando e in che stile.

“In vivo”, una volta uscita, la steccata resta lì, non c’è un’altra presa :D

I piloti dicono “apprendi da ogni atterraggio”, e in questo contesto apprendi da ogni concerto.


Registrazione: Zoom H2n con i microfoni incorporati, miscelato con videocamera Sony FDR AXP33
Trattamento: Ableton Live Suite
Immagine: Inkscape, GIMP, Blender

Ho utilizzato anche il suono della videocamera di Carlos perché stando fuori dalla scena ha captato un po’ meglio dalle casse la tromba con sordina harmon che il mio registratore.

En “El dueño de los temas” c’è solo il suono registrato dalla videocamera: ho dimenticato di far partire il mio registratore, e me ne sono accorto solo alla fine del primo tempo :-/

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